"Cucinare è come amare... o ci si abbandona completamente o si rinuncia." -Harriet Van Horne-

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venerdì 7 giugno 2013

Cagliari, scarafaggi nel pane per far ....

Il titolare, che da due anni lavorava fianco a fianco con i suoi dipendenti, aveva deciso di aprire un altro punto vendita e di affidare a loro la sede di via della Pineta. Del resto uno dei due era un amico di famiglia e aveva la sua totale fiducia. Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, pero', i due avevano iniziato a fare una produzione parallela che smerciavano sottobanco, mentre impastavano con tutto quello che capitava loro a tiro i prodotti per i clienti abituali, uno dei quali aveva trovato addirittura una lista della spesa nella pagnotta. Durante la notte, poi invece di lavorare, i due organizzavano festini con musica a tutto volume, con gente che entrava e usciva dopo aver mangiato e bevuto senza pagare. Qualcuno si portava via anche le materie prime come salsa di pomodoro, mozzarelle.
Infine, per demolire ulteriormente la reputazione del panificio, uno dei dipendenti, nonostante la folta barba, si travestiva da prostituta a sostava davanti all'esercizio commerciale. La vicenda del pane con scarafaggi e altri insetti, costata una denuncia a due dipendenti infedeli di un panificio di Cagliari, e' emersa solo dopo la chiusura, quando il titolare dell'attivita' ha ricevuto una busta anonima. All'interno c'era un cd su cui erano riversati diversi filmati nei quali si vedevano scene dei festini organizzati dai due nel locale e immagini di una finta prostituta, in realta' uno dei panettieri travestito per screditare il panificio.

Cosi' sono scattate la denuncia e le indagini. I due dipendenti sono ora accusati di turbata liberta' dell'industria e del commercio, adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari, danneggiamento e furto. "Mi fidavo anche perche' uno dei due era un mio amico, lavoravamo da tempo assieme", ha detto all'AGI il titolare Alessandro Vicedomini. "In molti mi chiamavano per lamentarsi della musica alta, ma io chiedevo ai ragazzi che negavano tutto. Non potevo andare a controllare, perche' non potevo abbandonare la nuova attivita'. Li ho sempre pagati mente loro sono arrivati al punto di chiedere l'elemosina davanti al locale dicendo che non venivano retribuiti".

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